Infatti il regista, Edward Zwick, riesce nel difficile compito di rendere il conflitto interiore che arde nel cuore del protagonista. Inoltre il film � scandito da un ritmo che non lo rende mai noioso. Il gusto del regista per la fedelt� � evidente nella ricerca di precisione nella ricostruzione del Giappone imperiale, nel mancato utilizzo degli effetti speciali al computer e nell’allenamento di diversi mesi richiesti a Tom Cruise per diventare abile nell’uso della spada.
Ma a conti fatti i veri protagonisti della storia sono l’onore e gli alti ideali per cui un uomo (d’altri tempi) � disposto a lottare. Insomma un mito che ancora oggi affascina e che riesce a tenerci incollati alla poltrona.
Voto: 7,5
Un secondo parere? eccovi la recensione di kiky (http://www.k-sblog.it/sblog/)
Nel corso della vita tutti
incontriamo alcuni film che, senza un motivo apparente e oggettivo,
ci prendono completamente anema e core.
L'ultimo Samurai � entratoin modo del tutto inaspettato a far
parte di questa piccola e irrazionale cerchia di film della mia
vita.
Sono partita abbastanza prevenuta, ieri sera avevo un sonno
incredibile e il fatto che il film durasse due ore e mezza non
aiutava il mio umore globale.
E poi, l'inaspettato. Dopo i primi 10 minuti del patetico e
alcoolizzato capitano Nathan Algren sono stata completamente
risucchiata nel vivo del film. Sar� stata la stanchezza? Il troppo
studio? Lo stress pre-esame? Non lo sapr� mai, per�,
inaspettatamente � successo. E questo � l'importante.
Aldil� della trama banale e abbastanza scontata (e gi� vista) e
dell'incredibile monoespressivit� facciale di Tom Cruise,
il film � diretto magistralmente da Edward Zwick
con ritmo e con un'ottima fotografia e ricostruzione storica. Un
peccato per� che non abbiano mantenuti i dialoghi originali, il
doppiaggio di molti personaggi giapponesi ha fatto scappare pi� di
qualche risata tra il pubblico. E peccato anche per alcune frasi
fatte che avrei eliminato volentieri a colpi di katana.
Musiche bellissime. Grandissimo il personaggio di Katsumoto e ho
trovato anche molto azzeccato il personaggio dell'imperatore:
praticamente un ragazzino sperduto con addosso responsabilit� pi�
grandi di lui e consiglieri atti a fare esclusivamente i loro
interessi.
Ma cerchiamo di capire da dove arriva il mio eccessivo entusiasmo
per questo film. Credo che una buona parte del merito vada agli
interpreti giapponesi (come Ken Watanabe-Katsumoto)
e all'atmosfera di armonia che circonda sempre la loro cultura e i
loro ideali, cos� diversi dai nostri.
Il film vuole essere un'aspra critica alla civilt� americana e
sopratutto alla natura dell'uomo. O meglio, dell'uomo occidentale
cresciuto in una societ� individualista come pu� essere quella degli
U.S.A. .
Il regista ha sottolineato la vigliaccheria, l'avidit� e l'egoismo
che guidarono le guerre di conquista che hanno coperto di sangue il
1800.
L'uomo che uccide per avidit�, per avere pi� soldi e potere; l'uomo
che uccide con egoismo, calpestando uomini donne e bambini con
valori diversi dai suoi; l'uomo che uccide con vigliaccheria,
colpendo il suo nemico a distanza, costruendo armi sempre pi�
potenti e tecnologiche, senza neanche avere il coraggio di guardarlo
negli occhi e cancellando l'unico significato paradossalmente
sensato della guerra: l'onore e il coraggio.
Questo � l'uomo che emerge con prepotenza dalla pellicola. Il tema
della 'disumanit�' dell'uomo � un tema che mi coinvolge
sempre e in particolare ieri pomeriggio, prima di andare al cinema,
discutevo appunto con mia madre sul tema dell'apprezzamento della
realt�, di quanto sia difficile accettarla e farsela piacere con
l'egoismo, l'ipocrisia e la cattiveria umana e con tutti gli orrori
che ci sono stati e che sicuramente ci saranno. Ok, sono scesa un
po' troppo nel filosofico e nello scetticismo acuto e forse sono
andata anche pi� in l� di ci� che il regista voleva mostrare.
Ma forse � proprio per questo che il film mi ha preso in modo
particolare. Perch� ci ho visto (purtroppo) la realt�: il potere
dell'arroganza e dell'egoismo dell'uomo che si impone, ormai da pi�
di 5000 anni, sul lato 'umano' dell'uomo come una spirale
discendente.