Vendicami

Vendicami
Titolo originale: Vengeance
Produzione: Hong Kong, Francia
Durata: 108
Genere: Azione/Thriller
Regia: Johnny To
Uscita: 2009-04-30
Attori principali: Johnny Hallyday, Sylvie Testud, Anthony Wong Chau-Sang, Ka Tung Lam, Suet Lam, Simon Yam, James Chalke, Felix Wong, Vincent Sze, Michelle Ye
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- Voto: 5.0/10 (1 voto)

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Trama:
Macao, Irene Thompson viene quasi uccisa in casa da tre uomini che hanno sparato a suo marito e ai suoi figli. Suo padre giunge dalla Francia con un unico obiettivo: vendicare il torto subito dalla donna. Si rivolge perci� a tre malavitosi locali che ha visto uccidere una coppia nel suo albergo e con loro si mette sulle tracce dei killer. Ma dopo poco i tre scoprono che gli assassini erano stati mandati dal loro capo e questo aprir� la strada a un gigantesco conflitto interno.
Recensione:
Vengeance ovvero la rivincita di un mito, probabilmente quello del Costello di Melville, qua un indurito Johnny Hallyday, cuoco francese e vendicatore dei torti subiti da una figlia di cui sapremo soltanto il nome. Una figlia sposata a qualcuno che ha fatto uno sgarbo al boss George Fung e che per questo vedr� morire la sua intera famiglia. Costello si arma per prima cosa di una grande umilt� e decide di assoldare tre killer che ha visto in azione e da cui si lascia armare la mano. Insieme a loro trova e uccide i killer di suo genero e degli incolpevoli nipoti. Ma naturalmente, essendo questo un film di Johnnie To, siamo solo all'inizio dell'intricatissima trama che avvilupper� senza piet� Costello, i suoi killer e lo spettatore. Ancora una volta Johnnie To decide di mettere in scena un thriller dalle molte facce, e se con Exiled ci ha abituati al carattere ambivalente di tutti i suoi personaggi e con Sparrow ci ha regalato l'ebbrezza della massima espressione stilistica, qua lo spettatore non potr� fare a meno di lodare l'assoluta maestria del regista nel coniugare generi e citazioni senza mai neanche l'ombra di una sbavatura. Johnny Hallyday � un cuoco dal passato oscuro, ha un ristorante e una grande casa a Parigi che mette in gioco per il piacere di gustare la sua vendetta. Ora la vendetta, normalmente in un film orientale e in uno di Johnnie To in particolare, � un'arma a doppio taglio. Molte sono le cose che mette a posto, ma altrettante quelle che risveglia. In questo caso se la vendetta viene agilmente consumata nella prima parte della storia, nella restante vediamo tutto quello che � stato risvegliato da un'apparente semplice azione/reazione che finisce per complicare irreversibilmente la vita di tutti. Seppure accuratissimo e molto ben congegnato non � comunque il plot ad essere centrale in questo nuovo film di Johnnie To. Quello che finisce per essere un ottimo motivo per guardare la sua ultima fatica � ci� che da sempre richiama i suoi fan: l'assoluta maestria nella messa in scena. To costruisce con il suo innegabile talento una sinfonia per pallottole e scenari totalmente mobili che da sola incanta lo spettatore. E se Costello a un certo punto dimenticher� la sua vendetta e i motivi dei suoi contatti con gente il cui ricordo � affidato a una foto, lo spettatore conserver� a lungo la sensazione di meraviglia richiamata da un semplice passaggio sotto la pioggia con molti ombrelli e nessun uomo di cui ci si possa ricordare a portarli. Mentre una resa dei conti affidata a cubi di materiale compresso, che apparentemente da soli camminano verso il loro implacabile destino, accresce la sensazione dello spettatore di assistere a una magia, all'interno di una rappresentazione mai scontata che rende unico ogni singolo fotogramma. La regia impeccabile e l'accurata costruzione fotografica sono ormai il marchio di fabbrica dei lavori di To, e molte sono le cose che chi conosce e ama il suo cinema potr� ritrovare anche in quest'ultima opera. I passaggi silenziosi sotto la pioggia, o le coreografie di oggetti inanimati che finiscono per muoversi proprio quando non ci si apetterebbe sono solo l'inizio. Altro � trovare ancora una volta Anthony Wong, Ka Tung Lam e Suet Lam, in questo caso killer assoldati da un granitico ma convincente Johnny Hallyday. Mentre Simon Yam � di nuovo il temibile boss dei tre, in un gigantesco omaggio autocitazionista che ci porta di peso in quello che finisce per essere l'universo alternativo del maestro dove Simon Yam pu� solo essere il capo e gli altri tre morire esclusivamente per mano sua.
Voto: 7,0
Anna Maria Pelella

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