Recensione:A seminare terrore e morte stavolta non � la fatidica telefonata con la vocina che minaccia “ …sette giorni… ”, bens� un messaggio vocale registrato nella segreteria, nel quale la vittima predestinata pu� sentire il momento della propria morte che avverr� di l� a due giorni. Che un film di Miike potesse approdare nei cinema italiani, credo ormai non ci sperasse pi� nessuno (nonostante su satellite da tempo circoli il magnifico “Audition ” ). Semmai quello che fa un po' incazzare � che, mentre i nostri cugini d'oltralpe si possono tranquillamente gustare nelle sale la trilogia di “ Dead or Alive” , da noi per un evento del genere � stato scelto il minore tra i titoli minori, uno di quei film alimentari che il geniale regista giapponese realizza ogni anno per potersi poi permettere la realizzazione indisturbata di opere ben pi� sentite e personali. Che “ One missed call” sia un lavoro su commissione infatti � pi� che palese per chiunque: siamo sempre dalle solite parti, quelle degli innumerevoli cloni di “Ringu ” (ma qui a un certo punto sovviene pure “Dark Water ” ), con le telefonate iettatorie, le corse contro il tempo e le donne fantasma dai lunghi capelli neri. A differenza di un “ Phone” qualsiasi per� c'� da aggiungere che Miike gira da Dio, sa come costruire la tensione e riesce pure a prendere per i fondelli mode (troppo) imperanti come quella dei telefonini e dei Reality Show. L'ammirazione che nutriamo per lui � totale, ma ci� nonostante non si pu� negare che la maggior parte del film sia minestra riscaldata, gia vista e pure un po' tirata per le lunghe. Come vedere Vissani cucinare “Quattro salti in padella”.
Si ringrazia
AlexVisani.comper la recensione