Session 9

Session 9
Titolo originale:
Produzione:
Durata:
Genere: Horror
Regia: Brad Anderson
Uscita: 0000-00-00
Attori principali:
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- Voto: 7.0/10 (7 voti)

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Trama:
Dimostrazione, ennesima se mai ce ne fosse bisogno, di come si pu� girare un film in maniera intelligente, visivamente inquietante e oscuro senza pretendere Chiss� quali budget, cast e altri tipici luoghi comuni che vedono un film incensato o bistrattato in partenza in base a fattori in fondo irrilevanti come questi. Irrilevanti se l'idea alla base � di valore e viene fatta fruttare con un serie di accorgimenti che trasformano un normale film horror in qualcosa sopra la media. E allora nasce Session 9, girato in digitale, in cui il numero delle locazioni e degli attori/comparse � esiguo, ridotto allo stretto necessario eppure da questa "povert�" nasce un film veramente superlativo, perch� esalta i concetti pi� puri dell'horror: suspence, ambientazioni morbose, intreccio elaborato, insomma quel senso di mistero e terrore che oggi latita in molte pellicole dove tutto � forzatamente mostrato per creare uno shock in realt� fasullo ed indolore perch� perfettamente prevedibile dallo spettatore. Ritorniamo in fondo, dopo anni ed anni di cinema al solito gioco del mostrare o non mostrare le cose, lasciarle immaginare, sospettare fino all'ultimo quando finalmente uno dopo l'altro i colpi di scena si susseguono e danno il tocco finale alla pellicola. Nella sua relativa semplicit� � questo il "gioco" di Session 9, forse facile a dirsi ma di difficile realizzazione. Fortunatamente possiamo dire che qui � quasi tutto al posto esatto. Gordon � il titolare di una societ� di bonifica vicina al tracollo finanziario. L'ultima risorsa economica � aggiudicarsi l'appalto per la ristrutturazione di un manicomio abbandonato, in decadimento, ricco di residui di amianto. Una settimana da lavoro, cinque operai per finire l'opera tra le mura in sfacelo e i sinistri ed interminabili corridoi, celle per pazienti pi� simili a camere di tortura, scantinati avvolti nel buio. Il luogo isolato, malsano non fa che acuire paranoie, timori e screzi tra i protagonisti che lentamente cominciano a sentire strane cose all'interno dell'ospedale (struttura realmente esistente dalla forma di pipistrello, gi� inquietante nell'aspetto). L'intera pellicola gioca su un probabile follia indotta dal luogo ed una vera follia latente, esaminata metaforicamente attraverso le 9 registrazioni di un colloquio tra una ragazzina che soffre di sdoppiamento di personalit� e il suo psichiatra. Costruito su questo dualismo tra le registrazioni audio delle sedute e il lento degenerare della situazione, temporalmente scandito dai giorni della settimana che volta per volta appaiono chiudendo un capitolo e aprendone un altro, il film trova la sua forza nell'ambiente realmente disturbante e nei giochi di inquadrature. La relativa lentezza con cui il film procede (per la verit� non si percepisce molto perch� lo stato di angoscia distrae da questo particolare) � dovuta all'analisi psicologica che il regista propone di ogni personaggio, senza addentrarsi troppo per non svelare troppe cose e magari filtrandola attraverso le parole di uno dei protagonisti. Abilmente vengono lasciati indizi che potrebbero ricondurre al finale ma pi� volte siamo depistati da eventi apparentemente inspiegabili. Nel finale, quando il ritmo cresce, la soggettiva dei protagonisti continua a tradirci finch� non � lo stesso ospedale psichiatrico, anch'esso protagonista pi� di quanto possa sembrare, a svelarci cosa c'� dietro agli eventi. Visione pi� che consigliata.
Recensione:
Dimostrazione, ennesima se mai ce ne fosse bisogno, di come si pu� girare un film in maniera intelligente, visivamente inquietante e oscuro senza pretendere Chiss� quali budget, cast e altri tipici luoghi comuni che vedono un film incensato o bistrattato in partenza in base a fattori in fondo irrilevanti come questi. Irrilevanti se l'idea alla base � di valore e viene fatta fruttare con un serie di accorgimenti che trasformano un normale film horror in qualcosa sopra la media. E allora nasce Session 9, girato in digitale, in cui il numero delle locazioni e degli attori/comparse � esiguo, ridotto allo stretto necessario eppure da questa "povert�" nasce un film veramente superlativo, perch� esalta i concetti pi� puri dell'horror: suspence, ambientazioni morbose, intreccio elaborato, insomma quel senso di mistero e terrore che oggi latita in molte pellicole dove tutto � forzatamente mostrato per creare uno shock in realt� fasullo ed indolore perch� perfettamente prevedibile dallo spettatore. Ritorniamo in fondo, dopo anni ed anni di cinema al solito gioco del mostrare o non mostrare le cose, lasciarle immaginare, sospettare fino all'ultimo quando finalmente uno dopo l'altro i colpi di scena si susseguono e danno il tocco finale alla pellicola. Nella sua relativa semplicit� � questo il "gioco" di Session 9, forse facile a dirsi ma di difficile realizzazione. Fortunatamente possiamo dire che qui � quasi tutto al posto esatto. Gordon � il titolare di una societ� di bonifica vicina al tracollo finanziario. L'ultima risorsa economica � aggiudicarsi l'appalto per la ristrutturazione di un manicomio abbandonato, in decadimento, ricco di residui di amianto. Una settimana da lavoro, cinque operai per finire l'opera tra le mura in sfacelo e i sinistri ed interminabili corridoi, celle per pazienti pi� simili a camere di tortura, scantinati avvolti nel buio. Il luogo isolato, malsano non fa che acuire paranoie, timori e screzi tra i protagonisti che lentamente cominciano a sentire strane cose all'interno dell'ospedale (struttura realmente esistente dalla forma di pipistrello, gi� inquietante nell'aspetto). L'intera pellicola gioca su un probabile follia indotta dal luogo ed una vera follia latente, esaminata metaforicamente attraverso le 9 registrazioni di un colloquio tra una ragazzina che soffre di sdoppiamento di personalit� e il suo psichiatra. Costruito su questo dualismo tra le registrazioni audio delle sedute e il lento degenerare della situazione, temporalmente scandito dai giorni della settimana che volta per volta appaiono chiudendo un capitolo e aprendone un altro, il film trova la sua forza nell'ambiente realmente disturbante e nei giochi di inquadrature. La relativa lentezza con cui il film procede (per la verit� non si percepisce molto perch� lo stato di angoscia distrae da questo particolare) � dovuta all'analisi psicologica che il regista propone di ogni personaggio, senza addentrarsi troppo per non svelare troppe cose e magari filtrandola attraverso le parole di uno dei protagonisti. Abilmente vengono lasciati indizi che potrebbero ricondurre al finale ma pi� volte siamo depistati da eventi apparentemente inspiegabili. Nel finale, quando il ritmo cresce, la soggettiva dei protagonisti continua a tradirci finch� non � lo stesso ospedale psichiatrico, anch'esso protagonista pi� di quanto possa sembrare, a svelarci cosa c'� dietro agli eventi. Visione pi� che consigliata.



Si ringrazia AlexVisani.comper la recensione
Voto: 7,5
DAVIDE "DE" MASPERO

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