Il buio nell'anima

Il buio nell'anima
Titolo originale: The brave one
Produzione: Usa
Durata: 161
Genere: Azione/Thriller
Regia: Neil Jordan
Uscita: 2007-09-28
Attori principali: Jodie Foster, Terrence Howard, Larry Fessenden, Dennis Johnson, Naveen Andrews, Mary Steenburgen, Jane Adams, Margaret Baker, Nicky Katt, Dana Eskelson, Douglas J. Aguirre
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- Voto: 8.2/10 (6 voti)

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Trama:
Erica Bain fa la cronista in una radio di New York e sta per sposare il fidanzato David. Ma una sera mentre i due sono a passeggio nel parco col cane di lei, vengono aggrediti da una banda, lei finir? in ospedale e lui ci rimetter? la vita. Uscita dall'ospedale Erica tenta una reazione, ma la sua paura ? tale che per sentirsi pi? sicura ricorrer? al sistema che molti americani adottano da sempre, comprare un'arma. Solo che nel suo caso, essendo il tutto accaduto dopo l'undici settembre, sar? pi? facile premere il grilletto che girare le spalle ai cattivi che infestano ogni angolo della sua amata citt
Recensione:
Erica � l'unica americana che ancora va a passeggio di sera a Central Park, addirittura col cane e il fidanzato, evidentemente pensa di essere al riparo da tutte le cose brutte che da sempre succedono in quel posto appena cala la sera. Cose che milioni di film prima di questo ci hanno gi� mostrato nel dettaglio, e della cui ennesima versione si farebbe volentieri a meno. Ma lei non solo vive in un mondo in cui � possibile uscire di sera a New York e rimanere vivi, ma addirittura nel suo universo basta avere una pistola e di colpo tutto cambia faccia. Intanto la pistola acquistata illegalmente le consentir� di continuare a girare di sera, come ormai faceva soltanto Charles Bronson, ed � infatti a lui che pensa quando nell'emporio sotto casa un cattivo, nero e arrabbiato, uccide la cassiera in sua presenza e rapina la cassa. Ma se il caro vecchio Charles poteva essere accusato di fascismo, Erica si fa portavoce di un concetto assai pi� moderno cio� la giustizia preventiva nell'era di Bush. Concetto reso indispensabile dall'inferno in cui � sprofondata la citt� di Woody Allen, che in questo caso diviene preda di bande per lo pi� di colore, che ammazzano come fossero in guerra. Ovvio che se di guerra si tratta bisogna per forza reagire, e gli americani hanno un solo modo per reagire, attaccare per primi. Ecco quindi una normale speaker radiofonica girare armata di notte e incappare nelle peggiori cose possibili, tutte insieme a due passi da lei e dalla sua pistola, cose che accadono nell'esatto momento in cui lei si trova presente e da sola, con soltanto una fragile arma tra lei e la prematura morte che senz'altro il bruto multietnico avrebbe in mente per lei. Ma lui non sa che lei � un'americana di razza pura e che decide di tirare fuori la grinta e applicare nel piccolo gli insegnamenti del suo presidente, se qualcuno ti potrebbe colpire, tu spara per primo, giustizia preventiva appunto. Erica in realt� ha ben poco di umano, in parte grazie senz'altro al fattaccio occorsole nelle prime inquadrature, ma lei invece di curarsi e magari andare a vivere in un posto pi� tranquillo, sceglie di farsi giustizia da sola, come le ha insegnato la dinastia Bush, e scivola cos� ben presto nell'onnipotenza tipicamente americana anch'essa, e nell'espressione cyborg, che dovrebbe simulare un indurimento del cuore, ma che richiama alla mente dello spettatore il T1000. Sorvolo sugli interminabili quanto inutili dialoghi con il poliziotto dal cuore buono, anch'egli un archetipo del cinema che non trova nessun riscontro nella realt�, e sulle innumerevoli azioni di guerriglia che la nostra eroina porter� a termine ai danni dei neri di New York, tutti cattivi tranne il poliziotto, ovviamente. Passer� direttamente al finale incredibilmente serioso in cui trova posto finalmente l'enunciazione di ci� che Erica spera di ottenere con il macello che ha inflitto alla citt� ed allo spettatore per quasi due ore, in italiano lei rivuole la sua vita, in originale il suo cane. Tutto qua, niente altro occorre al nostro giustiziere/cyborg, un cane che le ricordi la sua perduta umanit�. Ora bisogna dire che Neil Jordan � un discreto regista, ha fatto film buoni e meno buoni, ma adesso riesce assai difficile non notare la propaganda e il sottotesto che urlano in questo supponente filmetto, che pare un manifesto della peggior specie circa la necessit� di difendersi ed i pericoli di deriva emotiva che questa nasconde. La regia e la fotografia, solitamente punto forte di Jordan qua vengono pesantemente soffocate dalla seriosit� della narrazione e dalla fissit� degli attori. Jodie Foster ha perso la sua umanit� gi� ai tempi di Panic Room, in Inside man iniziava ad essere molto pi� fredda del possibile persino per la parte che recitava, ma qua pare davvero un cyborg, che simula le emozioni come neanche in una fiction. In pratica questo film richiama l'attenzione dello spettatore europeo sullo stato emotivo dell'americano medio di questi tempi, di modo che tutti possano capire come mai nonostante la loro dichiarata buona fede e il desiderio di esportare la democrazia, essi poi decidano sovente di votare gente che usa le bombe per risolvere i mali del mondo.
Voto: 4
Anna Maria Pelella

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