Trama:
Kafka Tam � un istruttore di nuoto. Un giorno viene avvicinato da Daniel, un giovane operatore di
borsa che gli mostra il proprio interesse. Tra i due si crea un legame che persiste anche a dispetto
dell'infelicit� di Kafka e della sua incapacit� di lasciarsi andare a un rapporto sentimentale con
Daniel.
Recensione:
Cominceremo dal nome: Kafka non � esattamente il tipo di nome che ci si aspetterebbe di veder
legato a uno scanzonato giovanotto, infatti chi lo porta � un ragazzo assai travagliato. Il suo
doloroso passato lo tiene ancorato alle sue pi� intime paure e la sua sofferenza � palese anche a uno
sguardo superficiale. Daniel � invece un bel ragazzo solare e molto affettuoso, che incontra per caso
Kafka e se ne innamora. Senza troppi problemi, Daniel semplicemente si lega a lui. Ma Kafka ha
una dipendenza piuttosto seria dalla droga, e una storia di sopravvissuto a una feroce violenza. Le
due cose saranno pi� di un ostacolo alla sua felicit�: in realt� finiranno per intralciare anche ogni
suo tentativo di lasciarsi indietro il passato e rifarsi una vita.
Nella citt� patinata degli operatori di borsa e delle belle macchine i due ragazzi scivolano attraverso
la storia che il destino ha scritto per loro con la lieve poesia delle opere d'arte. Sono bellissimi,
e questo li rende immortali, mentre la loro nascente passione si affievolisce lentamente al solo
contatto con il dolore di cui Kafka � portatore. Daniel non conosce il suo passato e neanche i
motivi della sua sofferenza, ma gli resta vicino e cerca di aiutarlo. La droga sembra il principale
problema e mentre i due condividono il segreto della dipendenza, l'abisso che Kafka ha scavato tra
s� e il resto del mondo inghiotte ogni tentativo di Daniel di colmare il vuoto con la comprensione.
Non sempre l'amore � la risposta, ma in questo caso � pi� una domanda inevasa, che i due
pongono a se stessi e al mondo, da diversi punti di vista e con esigenze forse solo apparentemente
complementari.
Il racconto di un'incomprensione riempie tutti gli spazi bianchi all'interno del bellissimo quadro
che Scud dipinge per noi. La tristezza permea ogni inquadratura, ma nessuno se ne sentir�
minacciato, si tratta di una tristezza aliena, di quelle che soltanto le statue sanno comunicare.
Kafka e Daniel sono due perfette incarnazioni della bellezza immutabile che solo il dolore
pu� rendere viva. E Scud regala a ogni fotogramma il significante estetico della perfezione.
La storia, sia pure interessante e a tratti persino avvincente, scivola in secondo piano di fronte
all'accuratezza stilistica, la quale si fa portatrice in primo luogo di un desiderio di trascendere
il racconto, per insinuare nello spettatore il senso di immortalit� delle opere d'arte. La bellezza
delle immagini, come anche quella dei protagonisti, racconta una storia parallela a quella dei due
uomini, e si tratta del contenuto altamente prioettivo che solitamente si attribuisce ai quadri. Il tutto
ha la compattezza visva di un sogno bizzarramente vivido, in cui tutto quello che succede ha la
maledizione del significato e nello stesso tempo l'inconsistenza del non detto.
Le immagini, come anche i flashback e i sogni stessi dei protagonisti, finiscono per fondersi in un
unica grande tela, che sola imprigiona ogni labile tentativo dei suoi attori di uscire dall'ineluttabilit�
del dramma.
E mentre lo spettatore scoprir� cosa � veramente accaduto nel passato di Kafka, una cosa cos�
terribile da impedirgli un futuro, le donne che fanno da contorno al racconto e infine persino
Daniel, finiranno per lasciarlo da solo con il suo mai motivato dolore. E a questo punto l'intero peso
dell'accaduto e della risposta che Kafka ha trovato lungo il suo faticoso cammino, fuori da un tunnel
mai realmente superato, ricadr� sulle spalle del volenteroso spettatore, che da solo avr� avuto la
possibilit� di ricostruire il puzzle e per questo sar� l'unico a sapere e a comprendere come questo si
risolver�.