28 settimane dopo

28 settimane dopo
Titolo originale: 28 weeks later
Produzione: Usa
Durata: 98
Genere: Horror/Thriller
Regia: Juan Carlos Fresnadillo
Uscita: 2007-09-07
Attori principali: Rose Byrne, Jeremy Renner, Catherine McCormack, Robert Carlyle, Idris Elba, Emily Beecham, Meghan Popiel, William Meredith, Harold Perrineau
Scheda di Opinioni
Vota il film:

- Voto: 7.5/10 (29 voti)

Commenti


Commenta il film!

Trama:
28 settimane dopo i 28 famosissimi giorni raccontati da Danny Boyle le cose non sono cambiate, solo leggermente migliorate, almeno in apparenza. Londra � diventata, grazie all'intervento dell'esercito, un punto di raccolta degli scampati al virus della rabbia che aveva mietuto tante vittime nel primo film. Una famiglia miracolosamente si riunisce in barba alla statistica, ma il segreto che il capofamiglia aveva cercato faticosamente di seppellire insieme alla sua colpa, esplode all'interno della zona franca e scatena una nuova epidemia.
Recensione:
Come ormai sanno pure i sassi, grazie anche ai trailers visionabili in rete da un p�, questo � un sequel e come tale segue regole tutte sue. Come primo risultato mancher� l'effetto sorpresa e la trama, nella migliore delle ipotesi potr� solo aggiungere tasselli alla storia gi� nota, nella peggiore la ripeter�. Inevitabilmente ci saranno paragoni col primo film, che appunto era girato senz'altro meglio, ma non trattandosi di un capolavoro del genere non � poi cos� importante il fatto che la regia perda un p� del suo smalto. Nel primo film avevamo una trama che doveva di certo non poco alla letteratura di genere, mentre qui abbiamo un plot che deve tutto a Romero. E pure in questo caso non ci si pu� fare molto, anche se Danny Boyle si era assai affannato a chiarire che si trattava di un'epidemia di rabbia e non di zombi, il risultato non sembra essere molto diverso neanche in questo secondo film. I rabbiosi corrono come delle ferrari ma la differenza � solo questa, poich� come gli zombi contagiano e come loro uccidono, cos� semplicemente. Niente di strano quindi se ci troviamo davanti l'ennesima zona bonificata e difesa da militari e filo spinato, che dovrebbe tenere al riparo i sopravvissuti, ma che finisce col diventare una claustrofobica trappola. Il prologo � assai cattivo ed il protagonista, un Robert Carlyle antieroe e codardo, parte gi� dai primi fotogrammi etichettato come una carogna il cui destino non pu� che essere dei peggiori. La povera moglie di lui, abbandonata subito dopo i titoli di testa, sar� il catalizzatore del male e seppure parzialmente immune, user� in maniera poco saggia la sua labile possibilit� di sopravvivere al contagio. La tensione � sottile ma in alcuni punti perde assolutamente di consistenza stroncata dalle frasi ad effetto dei militari. Ed � sicuramente un peccato che la trama non riservi quasi alcuna sorpresa, e decida di giocarsi l'unica idea nella prima mezz'ora, lasciando lo spettatore ad aspettarsi la solita carneficina ed il solito finale. L'idea del militare che disobbedisce per umanit� appare leggermente strumentale e in realt� assai in disaccordo con la restante linea del film, la cui novit� assoluta per un lavoro di matrice inglese � la parte decisionale del comando militare che acquisisce connotazioni un p� troppo filo americane da soluzione finale, non essendo tradizione inglese quella di sparare addosso ad amici e nemici in mancanza della possibilit� di distinguerli. Risultano comunque suggestive e stilisticamente rarefatte le immagini della Londra deserta, e il ritrovamento di un'inselvatichita Catherine Mc Cormack � poetico quanto basta a suggerire l'incombere di una tragedia. Le scene sono minimali ma ben definite da una fotografia pulita, mentre la regia sparisce un p� nel marasma di rabbiosi corridori e gas letali lanciati nelle strade. Se anche abbiamo perso Cillian Murphy, e questo non � poi un male, abbiamo per� guadagnato Robert Carlyle, che come rabbioso ha una buona carriera alle spalle, ha un precedente persino come antropofago, e nella seconda parte del film ci d� una convincente approssimazione di cattiveria e rabbia atavica. E questo � tutto, non si pu� onestamente pretendere di pi� da una trama minimale e da una onesta regia, e se non sempre � impossibile restare originali sia pur nel difficile campo dei sequel, non ci pare questa la volta, non contenendo questo film nessun motivo che induca a pensare alla sua sopravvivenza alla stagione cinematografica in corso; ci pare assai pi� verosimile che finisca col confondersi coi nuovi film sullo stesso tema che gi� si profilano all'orizzonte, tipo Doomsday il nuovo film di Neil Marshall previsto per dicembre.
Voto: 6,0
Anna Maria Pelella

Leggi i commenti Collabora con noi! Invia una recensione