Apocalypse Now - Redux: trama e recensione

Apocalypse Now - Redux
Titolo originale: Apocalypse Now - Redux
Produzione: Usa
Durata: 197
Genere: Guerra/Azione/Drammatico
Regia: Francis Ford Coppola
Uscita:
Attori principali: Marlon Brando, Robert Duvall, Martin Sheen, Laurence Fishburne, Dennis Hopper, Harrison Ford.
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- Voto: 7.4/10 (10 voti)

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Trama:
Vitenam durante la guerra alla fine degli anni 60. L'esercito americano invia il capitano Willard (Martin Sheen) nella giungla per trovare e possibilmente uccidere il Colonnello Kurtz (Marlon Brando), ormai impazzito ed inviso al governo statunitense per le sue crude opinioni sul conflitto. La sua missione si riveler� difficile e pericolosa, ma anche ricca di incontri surreali, come quello con il fanatico Colonnello Kilgore (Robert Duvall), che pensa al surf invece che alla vita propria e a quella dei suoi uomini, o il gruppo di militari abbandonati che si consolano con le conigliette di Playboy. Al termine del viaggio Willard finalmente incontrer� Kurtz e in quel frangente si far� strada nella sua mente la terribile realt� di una guerra assolutamente priva di senso e dall'impatto devastante sulla mente di chi � chiamato a combatterla.
Recensione:
Non parler� di Cuore di Tenebra, non parler� neanche della discesa nelle tenebre dell'animo umano, n� far� riferimenti a conigliette di playboy aggiunte in seconda battuta, di sicuro non parler� di tavole da surf sottratte, o di cavalcate delle valchirie e napalm di prima mattina, neanche di una fotografia strepitosa che mette i brividi, n� di una regia da manuale, o forse un po' di quella parler�, ma quello di cui voglio parlare adesso, che tutto � gi� stato scritto su Apocalypse Now redux o meno che sia, � il motivo per cui Coppola riesce a tenerci inchiodati sulla poltrona per oltre tre ore senza uno sbadiglio: lui l'immenso, unico e mai eguagliato Marlon. Il colonnello Kurtz, che il governo statunitense crede impazzito, ma che in realt� ha trovato la via che gli era stata indicata nel momento in cui era stato mandato in una guerra di cui mai si capir� il motivo, si erge maestoso nella penombra in un clima di adorazione che non si pu� spiegare se non a partire dalla pi� profonda natura umana, quella che spinge ad adorare i vitelli d'oro e i falsi dei. Tutto il film � una progressiva preparazione, dapprima lenta e silenziosa, poi a mano a mano che si va avanti diventa serrata e rumorosissima, il rumore che sentiremo sono i tamburi che si fondono col battito del nostro cuore. La preparazione operata da Coppola funziona benissimo, dal momento che dopo tre ore l'unica cosa che vogliamo � guardare in faccia Kurtz, una faccia che non ci lascer� pi�, quando finalmente lo incontreremo sar� per sempre. Il senso di tutta questa preparazione � dato dal fatto che in America, al tempo in cui il film � stato girato, nessuno era pronto a guardare direttamente in faccia le motivazioni della guerra in Vietnam, nessuno voleva o poteva apertamente dire che era stata una pazzia, una cosa contro la natura stessa del concetto tanto sbandierato anche oggi, di libert�. Quindi occorreva dire per gradi, preparare la sorpresa finale, e cio� cosa si diventa a seguire ciecamente le direttive di uno stato che ti manda ad ammazzare un nemico invisibile. Inoltre l'immensit� della performance di Brando rende chiaro il senso della trasformazione, da colonnello a dio, che il concetto di una guerra giusta ha operato sulla mente e ancora di pi� sul cuore di chi le decisioni avrebbe dovuto prenderle e se non altro fare in modo che venissero messe in atto. Marlon diventa Kurtz molto pi� di quanto sia mai stato Corleone o Kowalsky, dal momento che il colonnello � una parte di quel immaginario sotterraneo che gli americani hanno passato secoli a seppellire e che lui ha impiegato qualche anno di lavoro a tirare fuori e sbattere in faccia a tutti. Il tutto avviene semplicemente cos� senza clamore, con il solo ausilio di una fotografia talmente perfetta da dar l'illusione di essere l�, e con il sostegno della regia di un Coppola in stato assoluto di grazia. Non � un'atmosfera epica, non ci sono soldati splendenti nelle loro uniformi che fanno "la cosa giusta", non c'� niente che suggerisca una condivisione di intenti con i militari che lungo la strada diventano altro. Meno che mai c'� la possibilit� di identificarsi con lui, Kurtz il dio incarnato che atterrisce senza emettere un suono. Ed � nel pi� assoluto silenzio che avvertiamo il dramma di Willard, mandato a far da esecutore per tacere sull'ennesima catastrofe operata dal governo, di cui tutti si fanno rappresentanti ma che nessuno riesce ad accontentare. Cos� assisteremo in silenzio alla nascita di un archetipo del cinema americano, il fantasma della guerra giusta. Fantasma che ci si presenta con la faccia assolutamente folle di Brando a cui non potremo mai pi� fare a meno di pensare da allora in poi, ogni volta che saremo in presenza di una crociata. A questo punto l'unica cosa che resta da dire � che se solo avessimo avuto di fronte qualsiasi altro attore pure bravo, tutto questo non sarebbe stato possibile. Non si sarebbe prodotta l'alchimia che negli anni ha spinto le generazioni successive ad appropriarsi di questo capolavoro, n� avremmo avuto tutti i tentativi di imitazione, che invece abbiamo ancora adesso di un film irripetibile. Concluder� queste note con un breve cenno alla tecnica di regia messa in atto da Coppola in questo film e ripetuta nel Dracula girato anni dopo. Mi riferisco alla scena finale con Willard che esce dal fiume senza emettere un suono e, cosa rimasta insuperata dal punto di vista tecnico, senza sprizzare una sola goccia d'acqua. Molto � stato scritto sulla tecnica che, anni prima dell'avvento della computer grafica, ha consentito al regista di produrre un effetto tanto devastante, ma vale comunque la pena ricordare che Coppola usando il semplice espediente di montare la scena al contrario di come era stata girata, riesce a stranire ed incantare lo spettatore che si alzer� dalla poltrona sapendo di aver assistito ad un prodigio, ma non riuscendo ad indicare n� come n� quando questo si sia prodotto. Anni dopo Coppola user� la stessa tecnica, con lo stesso fortissimo impatto, nella scena dell'impalamento della Lucy di Dracula, che indietregger� senza una piega fin dentro al sepolcro dove trover� la morte. Tutto questo per sottolineare l'elemento innovativo gi� presente all'epoca, nella regia di un autore che lontano anni luce dalle attuali possibilit� di manipolazioni al computer, riesce comunque a dare ai suoi personaggi un dono unico, quello di restare impressi nella mente a lungo dopo la fine del film. Detto questo, e consapevole di non aver mai detto abbastanza su un simile capolavoro, il mio invito � a recuperare la versione dvd e passare tre ore in compagnia del pi� grande fantasma americano del millennio.
Anna Maria Pelella

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