Vincere

Vincere
Titolo originale: Vincere
Produzione: Italia
Durata: 128'
Genere: Drammatico
Regia: Marco Bellocchio
Uscita: 2009-05-20
Attori principali: Giovanna Mezzogiorno, Filippo Timi, Corrado Invernizzi, Michela Cescon, Matteo Mussoni, Elena Presti, Fausto Russo Alesi, Paolo Pierobon
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Trama:
Il film si concentra sulla storia tragica di Ida Dalser e di suo figlio Benito Albino Dalser, figlio di Benito Mussolini, che come lei mor� in un ospedale psichiatrico dove il Duce li aveva fatti internare nel momento in cui Ida inizi� a diventare �scomoda�. Le vicende partono dall'anno in cui Mussolini conobbe la Dalser sino all'anno in cui il loro figlio viene rinchiuso in manicomio. Il film ripercorre l'amore tormentato e non corrisposto di Ida verso il giovane Mussolini, che prima se ne invaghisce, e poi la ripudia, facendo internare anche lei in manicomio, perch� troppo invadente ed imbarazzante.
Recensione:
Gennaio 2005. Bellocchio assiste ad un documentario di Laurenti e Norelli � Il Segreto di Mussolini� e si appassiona alla ricostruzione della vicenda che ne � oggetto. Si tratta della ricostruzione di una vicenda che per quasi un secolo si � tenuta nascosta. La vicenda � quella della relazione tra Ida Dalser e Benito Mussolini, relazione da cui nacque un figlio prima riconosciuto e poi disconosciuto dal Duce. Ida Dalser nata a Trento, facente allora parte dell'Impero Austroungarico, da famiglia molto benestante si diplom� a Parigi per poi trasferirsi a Milano dove apr� un salone di bellezza in stile francese. Era donna volitiva passionale e emancipata e assai lontana dallo stereotipo femminile italiano di quei tempi (per questo forse, Mussolini le prefer� come moglie Rachele). Rispondeva infatti ai modelli femminili della cultura Austroungarica di quei tempi. Il film si concentra sulla storia tragica di Ida e di suo figlio che come lei mor� in un ospedale psichiatrico dove il Duce li aveva fatti internare nel momento in cui Ida inizi� a diventare �scomoda�. Ida proclamava infatti di aver contratto matrimonio con il Duce (il certificato non fu mai trovato), si batt� fino allo stremo per amore. Sicuramente ed � storicamente dimostrato si era spogliata di tutti i suoi beni per lui, per il suo giornale e la sua politica per poi ritrovarsi tradita, umiliata sola con il suo bambino. Non � facile se non si � a conoscenza dei fatti capire tutti i passaggi della pellicola. Siamo di fronte ad un film stilisticamente raffinato, perfetto la cui modalit� narrativa ha i tempi dell�opera lirica e che proprio per questo sul grande schermo funziona solo in parte: affascina ma alla lunga stanca. Le sequenze, che dovrebbero aiutare lo spettatore (soprattutto i pi� giovani) a capire il periodo storico, si accavallano e si aggrovigliano senza che si capisca come e dove si � arrivati. Questo � sicuramente l�elemento pi� disturbante e che ha suscitato le critiche piuttosto negative del pubblico, che forse era s� attratto dal soggetto, ma avrebbe voluto avere maggiore linearit� e comprensione degli eventi. Insomma, a tratti, anzi direi molto spesso ho avuto la sensazione che il film avesse la presunzione stessa del suo autore, che si pone spesso su un piedistallo di autorevolezza intellettuale irritante e di odioso autocompiacimento artistico. Il soggetto � interessante e poteva rappresentare un�occasione per raccontare, ricordare e dare uno spunto di riflessione soprattutto ai pi� giovani su uno dei pezzi pi� vergognosi della storia italiana.. A mio avviso poi manca nel film una buona delineazione psicologica dei personaggi, anche di quello principale. E� fastidioso poi, che spesso, per spiegare la passionalit� di Ida e la brutalita del Duce, vengano mostrate continuamente le loro performance sessuali con gemiti strozzati e vocalizzi imbarazzanti di Timi e della Mezzogiorno�Si tratta spesso di una rappresentazione sessuale fastidiosa che interrompe e non da nulla alla storia. E poi, l�esposizione in primo piano, in talune scene, del pube della Mezzogiorno davvero, non ha alcuna funzionalit� e per questo � piuttosto irritante. Insomma nel complesso Vincere � un film senza una vera impronta autoriale, se non nella cifra stilistica, raffinata, elegantissima, con una fotografia di Cipr� struggente, piena di chiaroscuri lividi, un montaggio della Calvelli molto curato e una regia, diciamo, volutamente futurista. Bellocchio � regista intelligente e capace e su questo non ci sono dubbi, ma purtroppo troppo spesso sembra assecondare la sua vanit�, sembra voler dare pi� spazio all�esibizione artistica. Spiace dirlo, non � la prima volta.
Voto: 6,5
Stefania Muzio

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