Il profeta

Il profeta
Titolo originale: Un proph?te
Produzione: Francia
Durata: 150
Genere: Drammatico
Regia: Jacques Audiard
Uscita: 2010-03-19
Attori principali: Tahar Rahim, Niels Arestrup, Adel Bencherif, Hichem Yacoubi, Reda Kateb, Jean-Philippe Ricci, Gilles Cohen, Antoine Basler, Le?la Bekhti, Pierre Leccia, Foued Nassah, Jean-Emmanuel Pagni, Fr?d?ric Graziani, Slimane Dazi, Rabah Loucif
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Trama:
A diciannove anni Malik entra in prigione. Non ha nulla e sembra una vittima ideale. Il clan corso che governa la prigione si interessa a lui e gli chiede di entrare in relazione con un altro prigioniero della sua stessa etnia e di ucciderlo. Da quel momento in poi la sua ascesa sar� inarrestabile.
Recensione:
"Ma cosa sei tu? Un profeta, o cosa?" Malik El Djebena ha diciannove anni. E' quasi analfabeta ed � stato condannato ad una pena detentiva di sei anni. La sua colpa non viene mai dichiarata. Forse un'aggressione a un poliziotto, di cui porta tracce sul viso esangue. Malik � un foglio bianco, e come tale capace di assorbire tutto il possibile dal suo ambiente. Ma la prigione non � certo consigliabile per quel che riguarda la crescita morale di chiunque. Lui ha soltanto una carta da giocare al tavolo cui la sorte lo ha destinato: la sua capacit� di adeguarsi. E sar� con quella che riuscir� a sopravvivere prima e a cavarsela poi. Nel mentre si trova a fare da testimone a tutto quello che pu� accadere a un giovane senza protezione in una prigione di vecchi delinquenti e spietati assassini. Il rito di iniziazione lo rende parte di qualcosa che, se da una parte gli salva la vita, dall'altra chiede in cambio una totale devozione e uno schiavismo senza condizioni. Lui accetta, ma lavora in silenzio al suo affrancamento. Sempre in bilico tra corsi, francesi e musulmani vive ogni giorno raccogliendo tutto quello che gli riesce e lavorando per avere di pi�. Malik � l'emblema di una societ� che fuori dalle mura ha regole ancora pi� severe. E' la societ� in cui chi non ha nulla non vale nulla. E lui non solo si adegua, ma lavora attivamente per crearsi uno spazio e, in quello finalmente respirare liberamente. Le scelte che si trova a fare sono impensabili e nello stesso tempo frutto dell'unica strategia possibile di sopravvivenza di un uomo che vede oltre le cose. Un profeta, appunto. Malik ha il dono di vedere oltre le parole e oltre i fatti, e quello che vede lo render� libero. Anche se il prezzo pagato per quella libert� sar� il totale rovesciamento di ogni sua convinzione e ogni direttiva morale, o religiosa che egli aveva coltivato fino a quel momento. Audiard confeziona con questo il suo film pi� completo. Molto si pu� dire di quello che capita a chi non sta alle regole della societ� in cui vive. Ma Audiard ci racconta senza fronzoli quello che capita a chi le regole non solo decide di rispettarle, ma le usa per affrancarsi. Qualcuno la cui crescita morale � demandata al fantasma della sua colpa iniziale, quella che gli spalanca le porte dell'ascesa nel clan corso e del potere che ne conseguir�. Il fantasma � un'entit� morale e proiettiva. E qui proietta in primo luogo una colpa, poi un inestinguibile debito. E per questo non lo abbandoner� mai pi�. Sar� con lui in ogni momento in cui si trover� da solo. E gli si mostrer� senza mai proferire parola. Tramite lui Malik potr� usare il suo potere ed evitare il destino di vittima, che portava scritto sulla faccia segnata dai primi scontri con un'autorit� di cui non riconoscer� il potere. Un'autorit� senza nome che lo istiga a usarla per divenire altro. Un altro talmente diverso da non essere riconoscibile mai pi�. Unico segno della giovane et� � nello sguardo sperduto che lancia attraverso il vetro dell'aereo che lo sta portando a Marsiglia a suggellare il suo destino di profeta. Un profeta che esce semplicemente dalle proprie catene usando ogni singola fibra del suo corpo provato e ogni cellula del cervello che instancabilmente mette al servizio solo di se stesso. Un potente Tahar Rahim presta il volto a Malik e compie l'alchimia che sola pu� spiegare la coesistenza nello stesso sguardo di un bambino e di un assassino. Il suo mentore � uno stropicciato Niels Arestrup le cui pieghe dello sguardo ne fanno il pi� temibile tra gli assassini, quello che non ne compie mai nessuno perch� � abituato solo a ordinarli. L'atmosfera � pesante e indimenticabile, mentre la regia trascina lo spettatore senza difese di fronte a tutto quello che solitamente rimuoviamo dalla societ�. Perch� ci si arroga spesso il diritto di cancellare le persone, nell'illusione di redimerle. E nel frattempo la vita continua e dietro le mura delle prigioni la lotta per la sopravvivenza si fa sempre pi� dura.
Voto: 7
Anna Maria Pelella

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