Premonition: trama e recensione

Premonition
Titolo originale: Premonition
Produzione: Usa
Durata: 110
Genere: Drammatico/Thriller
Regia: Mennan Yapo
Uscita: 2007-09-07
Attori principali: Sandra Bullock, Julian McMahon, Jason Douglas, Marcus Lyle Brown, Amber Valletta
Scheda di Opinioni
Vota il film:

- Voto: 7.4/10 (17 voti)

Commenti


Commenta il film!

Trama:
Linda Hanson riceve la notizia della morte del marito in un incidente stradale. Si comporta di conseguenza e ne organizza il funerale. Il giorno dopo lui � sotto la doccia di casa sua, come se niente fosse successo. Lei comincia a pensare di aver avuto un incubo, ma il giorno dopo ancora lui � pi� morto che mai e lei a questo punto ci d� sotto con gli psicofarmaci. Il successivo niente � cambiato, e lei cerca il nome di un buon psichiatra. Il quinto giorno la internano, ma poi il sesto tutto ancora non � accaduto e lei si organizza.
Recensione:
Se gli sceneggiatori americani, che di questi tempi sono del tutto opzionali nella costruzione delle trame e negli esiti dei film, sapessero mettere mano ad una struttura circolare, questo sarebbe il tipo di film che ne richiede una. Purtroppo siamo di fronte all�ennesima prova del fatto che a Hollywood si sperpera per gli effetti speciali e non resta mai niente a disposizione del reparto scrittori. La trama di questo film sarebbe anche potuta risultare credibile in mano ad uno sceneggiatore degno di tale qualifica ma, allo stato attuale il risultato � quanto di pi� pretenzioso, semplicistico ed artificiale si possa produrre, sia pure in un plot di genere nei quali solitamente tendiamo a perdonare ingenuit� che non tollereremmo mai in altri tipi di film. La sciagurata protagonista si trova a dover fare un grafico col calendario alla mano per capire quello che le accade, quando lo spettatore ha gi� abbondantemente intuito quello che � capitato, e ha pure concluso che non si tratta di niente di originale. Il marito sfigatissimo futuro morto, gi� fedifrago e pure un p� stronzo, non rende per niente facile l�identificazione, dal momento che non si riesce a capire perch� mai lei non lo lasci semplicemente morire, una volta scoperto il suo tradimento. Le due figlie, una delle quali riporter� ferite al volto intorno al terzo giorno, ma che per i restanti � sempre a posto, sono le uniche vittime innocenti della sceneggiatura e della sfortuna, dal momento che nessuna delle due ha la pi� vaga idea di quello che sta per capitare e che il tutto ogni giorno si allontana e si avvicina come fosse una giostrina. La costruzione di quella che si vorrebbe fosse una tensione, in realt� risulta una sorta di ripetizione senza senso di situazioni poco costruite e troppo uguali a se stesse, che nulla aggiungono alla comprensione degli eventi. Le strutture circolari richiedono principalmente due elementi, il primo l�aggiunta di nuove rivelazioni ad ogni ripetizione e poi un cambio di prospettiva per spiegare l�ampliamento della percezione. Solo in questo modo � possibile coinvolgere lo spettatore, che invece in questo caso sbadiglia a pi� non posso all�ennesimo risveglio di lei con il marito sempre sotto la doccia, cosa questa che basterebbe a far sorgere dubbi nella mente di chiunque, ma di quante docce ha bisogno un uomo per cancellare le tracce di un tradimento? Il finale, che si vorrebbe sorprendente e carico di pathos, risulta invece sdolcinato e meno credibile della premonizione e dei salti temporali, se non anche gi� visto e prevedibile. Sandra Bullock che da anni non imbrocca pi� un film, qua appare catatonica e, se all�inizio si poteva pensare ad un eccesso di zelo nel recitare lo stupore traumatico da neo vedovanza, dopo appare chiaro che la recitazione in questo caso � improntata pi� ad una espressione fissa da abuso di ansiolitici. Julian McMahon sfoggia la sua migliore espressione cinematografica, � la Victor Voon Doom, che disgraziatamente appare assai lontana dalle migliori prove in Nip/Tuk. La regia segue stancamente il racconto e ne amplifica la noia e la confusione, e nemmeno la fotografia sovresposta che si vorrebbe rivelatrice del dramma in esterno, in contrapposizione con il vissuto del dolore in chiaroscuro all�interno, riesce ad attrarre lo spettatore che si alzer� dalla sedia chiedendosi come � mai possibile che una trama da telefilm possa essere dilatata fino a diventare l�ennesimo drammone hollywoodiano spacciato per cinema di un qualche valore.
Voto: 4,0
Anna Maria Pelella

Leggi i commenti Collabora con noi! Invia una recensione