Trama by PP
Non mi sono ricordato di dimenticarti.
Al regista di Memento (Christopher Nolan, ndr)
non manca di certo la capacit� di sintesi:
invero, non avrebbe potuto abbracciare meglio
114 minuti di pellicola se non nella medesima
frase, introdotta esattamente a met� della
vicenda.
Leonard Shelby (Guy Pearce) ha perso la memoria
breve durante la colluttazione con l’uomo che ha
violentato e poi ucciso la moglie.
Ripreso dalla tragedia l’unica cosa che lo
mantiene in vita � il desiderio di vendetta.
Leonard non � pi� capace di acquisire ricordi
dopo l’incidente; cos�, per cercare lo
sconosciuto serial killer, cataloga la sua vita
in post-it appesi dappertutto, si tatua in tutto
il corpo i punti fondamentali da ricordare,
scatta polaroid istantanee alle persone che
pensa possano essergli d’aiuto.
Tuttavia gli individui che ha intorno tenderanno
ad approfittarsi del suo handicap, fingendosi
d’aiuto per i propri scopi e trasformandolo in
una pedina manipolabile.
Recensione by PP
Accingendosi a riordinare le idee riguardo
il film, non si sa da che parte cominciare:
perch� � la stessa opera a non avere n� un
inizio, n� una fine.
Ci� che lo rende un capolavoro non � tanto la
storia in s� - la situazione quasi “banale” di
un disadattato – ma il modo in cui � stata
sviluppata.
Memento � un film che narra a ritroso la storia
di Leonard per arrivare al principio di tutto,
adoperando una trama circolare: ogni volta che
il protagonista si sveglia � come se
ricominciasse da capo, non sa dove si trovi e si
affida ai suoi post-it e ai suoi tatuaggi. Tutte
le sue ricerche portano al nulla, all’oblio
della memoria in difetto, costringendo lo
spettatore ad accendere il cervello per poterlo
seguire.
Come se non bastasse vi sono due narrazioni
parallele: il bianco e il nero per le
riflessioni interiori e il colore per
l’intrecciarsi dei personaggi e della storia.
I due filoni corrispondono a due momenti precisi
dello snodarsi della trama: il bicolore �
presente laddove ci sia spazio per i ricordi e i
particolari, i colori per lo scemarsi degli
stessi.
Recensire Memento � senza dubbio un’impresa
ardua: perch� un film di tal genere presenta una
struttura innovativa nel cinema hollywoodiano.
E’ costruita sull’incastro dei vari blocchi di
scene legate fra loro da un filo logico
costituito dalla memoria del protagonista la
quale, essendo difettosa, ricalca appieno lo
stile della pellicola. Ecco dunque una trama
slegata cronologicamente, basata su promemoria,
su polaroid scattate a sconosciuti, su tatuaggi;
una trama che torna correntemente su se stessa,
a risaltare l’ossessivit� della vana ricerca.
Il termine rammentare, in questo caso, �
precario: perch� Leonard utilizza vari
stratagemmi per ricordarsi ci� che ha
dimenticato, ma di fatto ogni volta che si
sveglia deve apprendere tutto ci� che ha
scritto, come se non l’avesse mai elaborato.
In questo modo lo spettatore deve guardarsi da
mille vicoli ciechi, da strade interrotte o
sbagliate, trovandosi a rielaborare l’idea del
film dopo ogni blocco di sequenze.
Memento tratta le problematiche di chi � affetto
da handicap: � la storia di un malato che
diviene strumento nelle mani di persone senza
scrupoli, sfruttato e deriso apertamente,
soggiogato e manipolato a tal punto da fargli
credere che la sua unica certezza, l’omicidio
della moglie, � solo l’ennesimo scherzo della
sua memoria bacata.
La pellicola dunque, approfondendo l’analisi,
tratta anche le tematiche della convenzionalit�
dei lemmi e dell’importanza dei ricordi.
Nonostante Leonard scriva tutto ci� che gli
capiti in mente, il suo metodo � destinato al
fallimento: perch� le parole trasudano il
significato e il tono che si vuole attribuire
loro, vittime perci� di interpretazioni
arbitrariamente opinabili.
Si � quel che si ricorda di essere, ma non
serbando memoria, si � destinati alla follia.